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lunedì 10 settembre 2018

Mobili nel medioevo


Come ogni cosa, anche i mobili, il loro stile e i materiali hanno subito dei cambiamenti nel corso del tempo; appare così naturale che i mobili nel medioevo avessero caratteristiche differenti da quelli dell’età moderna.

Nel periodo compreso tra i V e il XV secolo i cambiamenti nel “settore” sono molti anche se c’è una continuità sostanziale per quel che riguarda i materiali utilizzati; così come accade ancora al giorno d’oggi, il legno è il più diffuso anche se, non vengono disdegnati materiali preziosi o pregiati come l’avorio e il marmo. Le continue guerre e la povertà non incoraggiavano purtroppo l’utilizzo di materiali di maggior spessore.

In una prima fase, il mobile si trasforma lasciando da parte le linee classiche tipiche dei periodi precedenti e si sviluppa seguendo una concezione fatta di semplicità, linee più pulite ed essenziali; eccezione è fatta per le abitazioni di nobili e monasteri in cui l’arredamento è elaborato e nulla ha della sobrietà di quello del popolo.

Spesso alcune suppellettili, per venire incontro alle frequenti necessità di spostamento delle persone, sono realizzate in modo da poter essere ripiegate e trasportate, esempi ne sono il faldistorio, lo sgabello pieghevole ancora oggi utilizzato, oppure i tavoli e i letti costituiti da assi poggiate su semplici cavalletti. L’eccezione, anche in questo caso la si trova nei monasteri o nei castelli; eccezione tipica è quella del trono, caso in cui il mobile continua a essere costituito da un pezzo unico.


E’ durante il medioevo che vedono la luce elementi d’arredo che influenzeranno anche il futuro e, nei secoli successivi verranno ripresi e rielaborati fino a giungere ai giorni nostri quando, ancora in uso, divengono talvolta veri e proprio mobili di design; esempi sono la madia, ancora diffusa oggi, mobile all’interno del quale vengono, in cucina, conservati i cibi e le scorte oppure il cofano, una sorta di cassapanca.

Con lo scorrere del tempo si diffondono decori (principalmente fiori), intagli, oltre all’utilizzo di applicazioni, mentre il legno maggiormente diffuso diventa quello di quercia e noce. Solo verso la fine del Medioevo si assiste all’utilizzo dell’intarsio che, se in un primo momento lo si ritrova quasi esclusivamente in ambiente monastico ed ecclesiale, in seguito trova una maggiore diffusione anche se, all’interno delle case popolari, lo stile tende a rimanere quello sobrio e pulito di un tempo.

Verso la fine del ‘300, l’introduzione delle seghe nella lavorazione del mobile permettono un passo avanti anche nella produzione e nel design perché consentono di realizzare mobili più leggeri, nuovamente, agli inizi, appannaggio non certo della popolazione comune.







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