Chi decide di accostarsi al mondo della
pittura ha una vasta scelta tra le
tecniche pittoriche e, sicuramente troverà senza difficoltà quella più adatta a lui in
base alle proprie capacità, agli strumenti, e ai risultati che desidera ottenere.
La
pittura a tempera può essere utilizzata sia su tela che su carta, ha un’asciugatura rapida e il colore si mantiene inalterato per molto tempo; si
avvale di pigmenti colorati che vengono disciolti e legati attraverso la caseina, il latte, l’uovo, la cera o resine. Tecnica antica, venne nel corso del
quindicesimo secolo affiancata dalla pittura a olio che ne prese, in seguito, il posto. Ancora oggi la pittura a tempera viene utilizzata ma in misura molto
minore rispetto al passato.
Nella
pittura a olio i pigmenti colorati vengono disciolti in un olio che il pittore sceglie in base alle sue preferenze e necessità; essendo molto
versatile, permette di arrivare a realizzazioni estremamente diverse tra di loro e ottenere profondità e sfumature altrimenti difficili da realizzare, per esempio,
con la tempera, che l’aveva preceduta nello sviluppo delle arti pittoriche.
Ancora oggi è una delle tecniche preferite, proprio per la varietà di realizzazioni e gli effetti ottenibili semplicemente variando gli strumenti a disposizione.
L’
acquerello utilizza pigmenti diluiti in acqua e miscelati con un legante; utilizzato generalmente su carta può tuttavia trovare impiego anche in altri
settori ed essere utilizzato con differenti materiali; le tecniche utilizzate per stendere il colore sono 3: bagnato su bagnato (l’acquerello viene steso su un
foglio di carta precedentemente bagnato), bagnato su asciutto (l’acquerello viene steso su un foglio asciutto), per velature sovrapposte che permette di
ottenere chiari/scuri.
Il colore rimane molto leggero, quasi impalpabile perciò, il minimo errore si noterebbe subito e sarebbe estremamente difficile da correggere; da ciò ne
deriva che si tratta di una tecnica non adatta a tutti.
Nella
pittura a pastello, i pigmenti sono riuniti in bastoncini attraverso un legante presente in quantità ridotte; il colore appare in questo modo
piuttosto marcato. Come nel caso delle matite, a seconda della durezza dell’impasto si può ottenere un pastello duro, medio o morbido. Tra i pastelli
vengono ricompresi anche quelli definiti a cera, acquerellabili, o le matite colorate utilizzate anche dai bambini, tanto per fare qualche esempio.
Il guazzo è difficile da utilizzare e richiede molta abilità; in questo caso, alla tempera viene aggiunto del pigmento bianco ma, una volta steso il colore sulla
carta o la tela, diventa praticamente impossibile modificare un eventuale errore.
L’
affresco, al contrario di molte altre tecniche pittoriche si realizza non su carta, tela, vetro o altro materiale di questo tipo ma sull’intonaco di un
muro ancora fresco; qui, i pigmenti minerali vengono miscelati e stesi. Come nel caso dell’acquerello o del guazzo, richiede maestria perché dopo aver
eseguito il tratto, nel caso in cui si sbagliasse, sarebbe difficilissimo correggere a causa dell’assorbimento del colore da parte dell’intonaco. Da non
dimenticare è infatti che riuscire a comprendere la tonallità che il colore assumerà dopo l’asciugatura finale è piuttosto difficile.
Il
murale, diffusissimo al giorno d’oggi anche e soprattutto tra le nuove generazioni, viene come l’affresco realizzato su una parete tuttavia, non
necessariamente su intonaco fresco, permettendo di avvalersi di vari strumenti; di solito il tema del murale (o murales) è di ispirazione politica o comunque
legato al sociale.
Il
carboncino si avvale per l’appunto del carboncino (legno bruciato) che può avere varia durezza e si utilizza per realizzare opere su carta e tela,
conferendo loro ombreggiature, chiari/scuri e sfumature.
Come si può notare esistono davvero molte tecniche pittoriche e, oltre a queste, se ne trovano altre quasi inutilizzate che sommate a quelle di cui si è
parlato, potrebbero però fare al caso di chi si accosta all’affascinante moldo della pittura.
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